mercoledì 5 luglio 2017

LETTERA APERTA ALL'INGEGNER NICOLA POMARO L'IMPOSIZIONE DI VACCINI OBBLIGATORI SALVERA' SEMPRE GLI IMMUNODEPRESSI? UNA RIFLESSIONE, CON DATI ALLA MANO, SULL'INCREMENTO DI COPERTURA VACCINALE


LETTERA APERTA

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Gentile Ingegner Nicola Pomaro

parafrasando la Sua sincera lettera possiamo dire che nulla è più imparziale dei danni da vaccino: le reazioni avverse ai farmaci vaccini possono toccare qualunque bambino senza guardare al censo, al conto corrente dei genitori, al loro credo confessionale o posizione ideologica. Negli anni passati è accaduto a figli di alcune persone che abbiamo conosciuto. Uno di noi - firmatari della presente - ottemperando all'obbligo di calendario vaccinale imposto dall'Autorità sanitaria - si ritrovò, poi, il secondogenito vittima di danno da vaccino irreversibile (reazione/evento avverso, il cui nesso causale fu riconosciuto dalle apposite autorità, Commissione Medico-Ospedaliera, CMO, e dal Ministero della Salute). 
Potrebbe toccare anche ad alcuni figli di suoi amici. Non glielo auguriamo, ing. Pomaro ma, se capitasse a delle persone a Lei care, probabilmente capirebbe molte cose. 
Comprendiamo che sua figlia di 5 anni è il bene più grande che Lei ha e che voglia proteggerlo, essendo la bambina immunodepressa, ma chieda al sig. Giorgio Tremante di Verona - che decenni addietro perse due dei suoi figli a causa delle vaccinazioni obbligatorie e dei trattamenti farmacologici applicati - se l'obbligo vaccinale sia necessario e sempre cosa buona e giusta (nel 1995 una commissione ministeriale individuò il "nesso di causalità" tra il vaccino antipolio Sabin e la malattia dei figli Tremante, ma il Ministero rifiutò successivamente l'indennizzo).
Marco ed Andrea Tremante morirono rispettivamente nell'ottobre 1971 all'età di 5 anni, e nel settembre del 1980 all'età di 4 anni, dopo vaccinazione contro la poliomielite il primo, e dopo un trattamento con farmaci immunosoppressori il secondo, su un fisico già indebolito dalla vaccinazione a cui aveva risposto con reazioni avverse. Un terzo figlio del sig. Tremante – il gemello del secondo morto - scampò alla morte ma pagando un prezzo enorme: Alberto Tremante, relegato su una sedia a rotelle a vita, e dipendente da un respiratore automatico.
Gli chieda se la strada della coercizione, della minaccia della sanzione e della discriminazione sociale rispetto a questo atto sanitario, sia la strada più eticamente e scientificamente opportuna. Lo chieda, anche, alle migliaia e migliaia di famiglie sconvolte da loro familiari vittime di danni da vaccino in tutto il mondo nelle ultime decadi.
La vita di sua figlia è sacra e Le auguriamo tutto il bene possibile, e soprattutto che possa presto sconfiggere l'immunodepressione che la affigge, con il miglioramento delle tecniche e delle conoscenze mediche. Ma Lei, ingegnere, è davvero certo che innalzando la percentuale di immunizzati come Lei chiede nell'appello a Luca Zaia del Veneto – cioè rinunciando ad impugnare il Decreto 73/2017 di fronte alla Corte Costituzionale – per ottenere con la forza e con la minaccia della sanzione e della discriminazione sociale, alte coperture vaccinali scolastiche anche superiori al 95%, Sua figlia sarà sempre e comunque al riparo dal contagio di malattie infettive?
Ad esempio, gli ultimi 9 casi di poliomielite in Italia - registrati dal 1995 al 2002, anno in cui l'Europa fu dichiarata polio free - sono stati casi di polio-vaccino associati, e non da poliomielite causata da virus selvaggio (dati ISS, Istituto Superiore della Sanità): si tratta, cioè, di bambini che hanno contratto una sorta di paralisi flaccida a causa del vaccino stesso che avrebbe dovuto proteggerli dall'agente patogeno per cui si vaccinavano. Tanto è vero che, da alcuni anni, il virus vivo ma attenuato della poliomielite (nel vaccino orale di tipo Sabin, OPV), non si somministra più nella prima infanzia in Italia, proprio per ridurre il rischio di contrarre la stessa malattia, e si opta per l'inoculazione del virus ucciso (vaccino inattivato, di tipo Salk, IPV).
Inoltre, cosa ancora più importante, i bambini che vengono vaccinati contro il morbillo e la varicella con virus vivo ma attenuato, per alcune settimane dovrebbero poi astenersi dal frequentare luoghi e comunità in cui sono presenti bambini non coperti da immunità naturale od indotta, oppure soggetti immunodepressi / immuno-compromessi, perché proprio l'immunizzazione artificiale (vaccinazione), può essere causa di contagio in una determinata finestra temporale. 
Le risulta che questa misura di sicurezza e prevenzione venga sempre rispettata nelle scuole, nelle case e nei centri di aggregazione giovanile e sportiva?
Inoltre, negli anni passati, vi sono stati casi in Canada, Stati Uniti d'America e Cina, in cui comunità scolastiche, con alta copertura vaccinale (almeno 1 o più dosi ricevute), anche vicine al 99% della comunità, registrassero focolai epidemici di morbillo.
Per esempio in Canada, nel Quebec, nel 1989 in una popolazione dove la copertura vaccinale totale contro il morbillo era del 99%, si verificò un focolaio epidemico con 563 casi, ed il parere degli esperti fu che la incompleta copertura vaccinale non poteva essere una valida spiegazione del focolaio epidemico di Quebec City ("Major measles epidemic in the region of Quebec despite a 99% vaccine coverage", Autori: Boulianne N1, De Serres G, Duval B, Joly JR, Meyer F, Déry P, Alary M, Le Hénaff D, Thériault N.).
Per non parlare del focolaio epidemico di morbillo verificatosi nella città di Corpus Christi, nel Texas (USA), ove, nella primavera del 1985 più del 95% della popolazione scolastica in esame era immune contro il morbillo, ed il 99% di essa era stata vaccinata (solo il 4,1 per cento di questi studenti, 74 su 1806, non mostrava titoli anticorpali, dopo essere stati sottoposti a saggi immunologici, e 14 fra i 74 studenti con assenza di anticorpi, contrassero il morbillo nonostante fossero stati tutti vaccinati (si legga "Measles outbreak in a fully immunized secondary-school population", N Eng J Med, 1987, Mar 26;316(13):771-4, Autori: Gustafson TL, Lievens AW, Brunell PA, Moellenberg RG, Buttery CM, Sehulster LM.).
Significativo è stato poi il recente focolaio registrato in Cina a Beijing, in cui la trasmissione del morbillo è avvenuta fra individui di una popolazione scolastica già immunizzati con la vaccinazione ("A measles outbreak in a middle school with high vaccination coverage and evidence of prior immunity among cases, Beijing, P.R. China.", Autori: Ma R1, Lu L2, Zhangzhu J1, Chen M1, Yu X1, Wang F3, Peng X3, Wu J1., 2016. Published by Elsevier Ltd.).

Lei era al corrente di questi dati ufficiali?

Se a questo aggiungiamo che:

1) il virus del morbillo è a RNA, non a DNA. Esso, pertanto, per struttura genetica tende a mutare più velocemente di altri virus a DNA ed è più instabile rispetto a quest'ultimi; tende a mutare a seconda dell'ambiente in cui vive e degli ostacoli che incontra; dunque, potrebbe elaborare efficaci strategie di fuga dall'estinzione per non soccombere;

2) da diversi decenni si tenta in tutto il mondo la sua eradicazione, su indicazione della OMS: anche nei Paesi avanzati;

3) in passato ci si ammalava facilmente di morbillo da bambini; il morbillo era considerato una malattia esantematica a decorso benigno nella grande maggioranza dei casi e quando i bambini che ne erano affetti si trovavano in buone condizioni di salute, la vincevano senza complicanze e dunque si otteneva una immunità naturale sempre attiva (a vita), senza essere necessario ricorrere a vaccini ed ai relativi richiami (immunizzazione a scadenza); oggi si rischia di trasformare una malattia esantematica con rare complicanze, in un qualcosa di diverso, di più aggressivo ed insidioso proprio per le strategie di coperture vaccinali a tappeto intraprese anche nei Paesi avanzati del mondo, e non solo in taluni Paesi africani ed asiatici, dove i determinanti sociali non sono soddisfacenti in termini di igiene, alimentazione ed assistenza sanitaria.

Inoltre, supponiamo anche che la Sua richiesta al Governatore del Veneto Luca Zaia di rinunciare ad impugnare il Decreto Legge nr. 73/2017 sui vaccini, davanti alla Consulta, venga accolta e che, nel frattempo, il Decreto venga convertito in Legge dal Parlamento senza sostanziali modifiche che lo snaturino, e che, per molti anni a venire, resti Legge dello Stato, recepita da tutte le Regioni e Province Autonome d'Italia. Ebbene, Lei, ha mai pensato che l'incremento di copertura vaccinale, in termini percentuali che Lei si auspica, comporterà nei prossimi anni anche un aumento delle sospette reazioni avverse ai vaccini?
Lo dice la statistica, che è una scienza basata su regole quantitative atte a classificare anche situazioni analiticamente incerte: considerando la mole di dati raccolti dalla farmacovigilanza nel corso degli ultimi anni, aumentando proporzionalmente il numero dei soggetti da immunizzare ed anche il numero delle diverse vaccinazioni previste per ogni individuo dalla nuova normativa varata d'urgenza, potrebbe aumentare sempre proporzionalmente, la frequenza di sospette reazioni avverse registrate. Dunque, ci faccia capire, per mettere al riparo sua figlia e quelli immunodepressi come Lei, dal rischio di contrarre una malattia infettiva da virus o batterio selvaggio, dovremmo pagare il prezzo di avere alcune decine, centinaia, o, addirittura migliaia di possibili reazioni avverse alla vaccinoprofilassi in più, nei prossimi anni: da quelle lievi e passeggere, a quelle più o meno gravi non invalidanti a vita, a quelle gravi che richiedono ospedalizzazione e che rischiano di lasciare danni irreversibili all'integrità psicofisica di chi riceve i vaccini, fino ad arrivare alla morte in casi estremi, come nel sopracitato caso del sig. Tremante.
Mi sembra che la vita di Sua figlia e quella di altri bambini immunodepressi - che non è detto possano dirsi al riparo dal contagio con malattie infettive, per i motivi sopra esposti - verrebbero pesate su un piatto di una bilancia, e sull'altro piatto vi sarebbero le vite di altri bambini e delle relative famiglie, che pagherebbero un prezzo sconosciuto, obbligati alla vaccinazione per non perdere il diritto alla socialità, alla scolarizzazione nelle materne, ed al ruolo di genitori.
Che ne dice? E’ veramente convinto che la Sua soluzione sia davvero esente da rischi per Lei ed anche per tutti i bambini che verrebbero vaccinati in più rispetto ad oggi, in maniera coercitiva, e con un numero di vaccinazioni obbligatorie triplicato in una sola volta (da 4 a 12)?
Noi non saremmo così categorici e sicuri come Lei e come lo sono i medici che potrebbero averLa consigliata al riguardo, e con cui, probabilmente, interagisce.
Nel caso si senta appagato del sacrificio da parte di altri bambini e delle rispettive famiglie, per trarre un indubbio beneficio di sicurezza personale aggiuntivo, anche psicologico, o nel caso tutto ciò costituisca un dolore ed un peso sulla Sua coscienza tranquillamente sopportabile, pur di dare a Sua figlia una certezza di protezione in più (oppure, più probabilmente, l'illusione di essa), ciò è umano e comprensibile. Altresì, Lei non può dire che ciò sia accettabile senza battere ciglio da parte di chi dovrebbe subire passivamente questa sua decisione, senza nessuna possibilità di scelta, addirittura sottostando alla minaccia di perdita o affievolimento della responsabilità genitoriale, e della propria tranquillità/sicurezza economica.
Come vede, ingegnere, la questione non si può liquidare in una soluzione a senso unico.

Ecco perché una adesione consapevole alla prassi vaccinale - all'interno di una cornice autenticamente corrispondente ad un consenso libero ed informato da parte dei genitori, con accertamenti preventivi da effettuare prima delle vaccinazioni scelte - è da preferirsi ad una imposizione vessatoria e ricattatrice da parte delle Autorità.
La profilassi vaccinale - che presenta indubbi vantaggi se praticata con cautela e prudenza, soprattutto in caso di reale necessità ed in determinati momenti storici, epidemiologici e di criticità igienico-sanitaria - non è fatta solo di luci ma anche di ombre, perché sempre di trattamento farmacologico si tratta, e gli effetti collaterali e gli eventi avversi sono contemplati come possibilità dalle stesse case farmaceutiche, non solo dagli organi di vigilanza come l'AIFA.

La Germania - Paese europeo dove l'obbligatorietà della vaccinoprofilassi è assente (nonostante riceva da anni migliaia e migliaia di migranti ogni anno, da Paesi africani, asiatici e mediorientali), essendo le vaccinazioni solo raccomandate e non obbligatorie in territorio teutonico, così come nella vicina Austria - possiede una normativa di legge di indennizzo per danni da vaccino sin dagli anni'60 del secolo scorso, ed è stata fra i primi Paesi ad introdurla nel Vecchio Continente.
Noi abbiamo dovuto attendere il 1992 con la Legge nr. 210 e s.m.i (Legge nr. 229/2005), per dare dignità e riconoscimento alle tante vittime di danni da vaccino precedenti alla sua introduzione. Non crediamo che una persona onesta intellettualmente e rispettosa dello Stato di diritto, potrebbe candidamente negare l'esistenza delle reazioni avverse, dei danneggiati da vaccino e della relativa normativa vigente a tutela di essi.
Grazie per la Sua attenzione.

Luca Scantamburlo, Gianluca Musumeci, Mauro Ottogalli
30 giugno 2017, genitori del Friuli Venezia Giulia e del Veneto

Lettera aperta in riferimento all'articolo:
Caro Zaia, ci ripensi: i vaccini obbligatori salveranno mia figlia”,
La lettera di un papà al governatore del Veneto: "La sua vita è legata al fatto che gli altri siano immunizzati", di ENRICO FERRO, la Repubblica, 28 giugno 2017

2 commenti:

  1. È stata inviata a Zaia questa lettera?

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  2. Si', ma se altri cittadini vogliono commentare ed inoltrarla anche loro, ben vengano, anche alla luce di quanto accaduto recentemente in Mongolia, con focolai epidemici di morbillo a partire dal 2015, nonostante la Mongolia fosse stata solo l'anno prima dichiarata libera dal Morbillo nel 2014, grazie alle coperture vaccinali, con grandi festeggiamenti da parte della OMS... che evidentemente aveva cantato vittoria troppo presto.

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