parafrasando
la Sua sincera lettera possiamo dire che nulla è più imparziale dei
danni da vaccino: le reazioni avverse ai farmaci vaccini possono
toccare qualunque bambino senza guardare al censo, al conto corrente
dei genitori, al loro credo confessionale o posizione ideologica.
Negli anni passati è accaduto a figli di alcune persone che abbiamo
conosciuto. Uno di noi - firmatari della presente - ottemperando
all'obbligo di calendario vaccinale imposto dall'Autorità sanitaria
- si ritrovò, poi, il secondogenito vittima di danno da vaccino
irreversibile (reazione/evento avverso, il cui nesso causale fu
riconosciuto dalle apposite autorità, Commissione
Medico-Ospedaliera, CMO, e dal Ministero della Salute).
Potrebbe
toccare anche ad alcuni figli di suoi amici. Non glielo auguriamo,
ing. Pomaro ma, se capitasse a delle persone a Lei care,
probabilmente capirebbe molte cose.
Comprendiamo
che sua figlia di 5 anni è il bene più grande che Lei ha e che
voglia proteggerlo, essendo la bambina immunodepressa, ma chieda al
sig. Giorgio Tremante di Verona - che decenni addietro perse
due dei suoi figli a causa delle vaccinazioni obbligatorie e dei
trattamenti farmacologici applicati - se l'obbligo vaccinale sia
necessario e sempre cosa buona e giusta (nel 1995 una commissione
ministeriale individuò il "nesso di causalità" tra il
vaccino antipolio Sabin e la malattia dei figli Tremante, ma il
Ministero rifiutò successivamente l'indennizzo).
Marco
ed Andrea Tremante morirono rispettivamente nell'ottobre 1971 all'età
di 5 anni, e nel settembre del 1980 all'età di 4 anni, dopo
vaccinazione contro la poliomielite il primo, e dopo un trattamento
con farmaci immunosoppressori il secondo, su un fisico già
indebolito dalla vaccinazione a cui aveva risposto con reazioni
avverse. Un terzo figlio del sig. Tremante – il gemello del secondo
morto - scampò alla morte ma pagando un prezzo enorme: Alberto
Tremante, relegato su una sedia a rotelle a vita, e dipendente da un
respiratore automatico.
Gli
chieda se la strada della coercizione, della minaccia della sanzione
e della discriminazione sociale rispetto a questo atto sanitario, sia
la strada più eticamente e scientificamente opportuna. Lo chieda,
anche, alle migliaia e migliaia di famiglie sconvolte da loro
familiari vittime di danni da vaccino in tutto il mondo nelle ultime
decadi.
La
vita di sua figlia è sacra e Le auguriamo tutto il bene possibile, e
soprattutto che possa presto sconfiggere l'immunodepressione che la
affigge, con il miglioramento delle tecniche e delle conoscenze
mediche. Ma Lei, ingegnere, è davvero certo che innalzando la
percentuale di immunizzati come Lei chiede nell'appello a Luca Zaia
del Veneto – cioè rinunciando ad impugnare il Decreto 73/2017 di
fronte alla Corte Costituzionale – per ottenere con la forza e con
la minaccia della sanzione e della discriminazione sociale, alte
coperture vaccinali scolastiche anche superiori al 95%, Sua figlia
sarà sempre e comunque al riparo dal contagio di malattie infettive?
Ad
esempio, gli ultimi 9 casi di poliomielite in Italia -
registrati dal 1995 al 2002, anno in cui l'Europa fu dichiarata polio
free - sono stati casi di polio-vaccino associati, e non da
poliomielite causata da virus selvaggio (dati ISS, Istituto
Superiore della Sanità): si tratta, cioè, di bambini che hanno
contratto una sorta di paralisi flaccida a causa del vaccino stesso
che avrebbe dovuto proteggerli dall'agente patogeno per cui si
vaccinavano. Tanto è vero che, da alcuni anni, il virus vivo ma
attenuato della poliomielite (nel vaccino orale di tipo Sabin, OPV),
non si somministra più nella prima infanzia in Italia, proprio per
ridurre il rischio di contrarre la stessa malattia, e si opta per
l'inoculazione del virus ucciso (vaccino inattivato, di tipo Salk,
IPV).
Inoltre,
cosa ancora più importante, i bambini che vengono vaccinati contro
il morbillo e la varicella con virus vivo ma attenuato, per
alcune settimane dovrebbero poi astenersi dal frequentare luoghi e
comunità in cui sono presenti bambini non coperti da immunità
naturale od indotta, oppure soggetti immunodepressi /
immuno-compromessi, perché proprio l'immunizzazione artificiale
(vaccinazione), può essere causa di contagio in una determinata
finestra temporale.
Le
risulta che questa misura di sicurezza e prevenzione venga sempre
rispettata nelle scuole, nelle case e nei centri di aggregazione
giovanile e sportiva?
Inoltre,
negli anni passati, vi sono stati casi in Canada, Stati Uniti
d'America e Cina, in cui comunità scolastiche, con alta copertura
vaccinale (almeno 1 o più dosi ricevute), anche vicine al 99% della
comunità, registrassero focolai epidemici di morbillo.
Per
esempio in Canada, nel Quebec, nel 1989 in una popolazione
dove la copertura vaccinale totale contro il morbillo era del 99%,
si verificò un focolaio epidemico con 563 casi, ed il parere degli
esperti fu che la incompleta copertura vaccinale non poteva essere
una valida spiegazione del focolaio epidemico di Quebec City
("Major measles epidemic in the region of Quebec despite a
99% vaccine coverage", Autori: Boulianne N1, De Serres G,
Duval B, Joly JR, Meyer F, Déry P, Alary M, Le Hénaff D, Thériault
N.).
Per
non parlare del focolaio epidemico di morbillo verificatosi nella
città di Corpus Christi, nel Texas (USA), ove, nella
primavera del 1985 più del 95% della popolazione scolastica in
esame era immune contro il morbillo, ed il 99% di essa era stata
vaccinata (solo il 4,1 per cento di questi studenti, 74 su 1806, non
mostrava titoli anticorpali, dopo essere stati sottoposti a saggi
immunologici, e 14 fra i 74 studenti con assenza di anticorpi,
contrassero il morbillo nonostante fossero stati tutti vaccinati (si
legga "Measles outbreak in a fully immunized secondary-school
population", N Eng J Med, 1987, Mar 26;316(13):771-4,
Autori: Gustafson TL, Lievens AW, Brunell PA, Moellenberg RG, Buttery
CM, Sehulster LM.).
Significativo
è stato poi il recente focolaio registrato in Cina a Beijing,
in cui la trasmissione del morbillo è avvenuta fra individui di
una popolazione scolastica già immunizzati con la vaccinazione
("A measles outbreak in a middle school with high vaccination
coverage and evidence of prior immunity among cases, Beijing, P.R.
China.", Autori: Ma R1, Lu L2, Zhangzhu J1, Chen M1, Yu X1,
Wang F3, Peng X3, Wu J1., 2016. Published by Elsevier Ltd.).
Lei
era al corrente di questi dati ufficiali?
Se a
questo aggiungiamo che:
1)
il virus del morbillo è a RNA, non a DNA. Esso,
pertanto, per struttura genetica tende a mutare più velocemente
di altri virus a DNA ed è più instabile rispetto a quest'ultimi;
tende a mutare a seconda dell'ambiente in cui vive e degli ostacoli
che incontra; dunque, potrebbe elaborare efficaci strategie di fuga
dall'estinzione per non soccombere;
2)
da diversi decenni si tenta in tutto il mondo la sua eradicazione, su
indicazione della OMS: anche nei Paesi avanzati;
3)
in passato ci si ammalava facilmente di morbillo da bambini; il
morbillo era considerato una malattia esantematica a decorso benigno
nella grande maggioranza dei casi e quando i bambini che ne erano
affetti si trovavano in buone condizioni di salute,
la vincevano senza complicanze e dunque si otteneva una immunità
naturale sempre attiva (a vita), senza
essere necessario ricorrere a vaccini ed ai relativi
richiami (immunizzazione a scadenza); oggi si rischia di
trasformare una malattia esantematica con rare complicanze, in un
qualcosa di diverso, di più aggressivo ed insidioso proprio per le
strategie di coperture vaccinali a tappeto intraprese anche nei Paesi
avanzati del mondo, e non solo in taluni Paesi africani ed asiatici,
dove i determinanti sociali non sono soddisfacenti in termini di
igiene, alimentazione ed assistenza sanitaria.
Inoltre,
supponiamo anche che la Sua richiesta al Governatore del Veneto Luca
Zaia di rinunciare ad impugnare il Decreto Legge nr. 73/2017 sui
vaccini, davanti alla Consulta, venga accolta e che, nel frattempo,
il Decreto venga convertito in Legge dal Parlamento senza sostanziali
modifiche che lo snaturino, e che, per molti anni a venire, resti
Legge dello Stato, recepita da tutte le Regioni e Province Autonome
d'Italia. Ebbene, Lei, ha mai pensato che l'incremento di
copertura vaccinale, in termini percentuali che Lei si auspica,
comporterà nei prossimi anni anche un aumento delle sospette
reazioni avverse ai vaccini?
Lo
dice la statistica, che è una scienza basata su regole quantitative
atte a classificare anche situazioni analiticamente incerte:
considerando la mole di dati raccolti dalla farmacovigilanza nel
corso degli ultimi anni, aumentando proporzionalmente il numero dei
soggetti da immunizzare ed anche il numero delle diverse vaccinazioni
previste per ogni individuo dalla nuova normativa varata d'urgenza,
potrebbe aumentare sempre proporzionalmente, la frequenza di sospette
reazioni avverse registrate. Dunque, ci faccia capire, per mettere al
riparo sua figlia e quelli immunodepressi come Lei, dal rischio di
contrarre una malattia infettiva da virus o batterio selvaggio,
dovremmo pagare il prezzo di avere alcune decine, centinaia, o,
addirittura migliaia di possibili reazioni avverse alla
vaccinoprofilassi in più, nei prossimi anni: da quelle lievi e
passeggere, a quelle più o meno gravi non invalidanti a vita, a
quelle gravi che richiedono ospedalizzazione e che rischiano di
lasciare danni irreversibili all'integrità psicofisica di chi riceve
i vaccini, fino ad arrivare alla morte in casi estremi, come nel
sopracitato caso del sig. Tremante.
Mi
sembra che la vita di Sua figlia e quella di altri bambini
immunodepressi - che non è detto possano dirsi al riparo dal
contagio con malattie infettive, per i motivi sopra esposti -
verrebbero pesate su un piatto di una bilancia, e sull'altro piatto
vi sarebbero le vite di altri bambini e delle relative famiglie, che
pagherebbero un prezzo sconosciuto, obbligati alla vaccinazione
per non perdere il diritto alla socialità, alla scolarizzazione
nelle materne, ed al ruolo di genitori.
Che
ne dice? E’ veramente convinto che la Sua soluzione sia davvero
esente da rischi per Lei ed anche per tutti i bambini che verrebbero
vaccinati in più rispetto ad oggi, in maniera coercitiva, e
con un numero di vaccinazioni obbligatorie triplicato in una sola
volta (da 4 a 12)?
Noi
non saremmo così categorici e sicuri come Lei e come lo sono i
medici che potrebbero averLa consigliata al riguardo, e con cui,
probabilmente, interagisce.
Nel
caso si senta appagato del sacrificio da parte di altri bambini e
delle rispettive famiglie, per trarre un indubbio beneficio di
sicurezza personale aggiuntivo, anche psicologico, o nel caso tutto
ciò costituisca un dolore ed un peso sulla Sua coscienza
tranquillamente sopportabile, pur di dare a Sua figlia una certezza
di protezione in più (oppure, più probabilmente, l'illusione di
essa), ciò è umano e comprensibile. Altresì, Lei non può dire che
ciò sia accettabile senza battere ciglio da parte di chi dovrebbe
subire passivamente questa sua decisione, senza nessuna possibilità
di scelta, addirittura sottostando alla minaccia di perdita o
affievolimento della responsabilità genitoriale, e della propria
tranquillità/sicurezza economica.
Come
vede, ingegnere, la questione non si può liquidare in una soluzione
a senso unico.
Ecco
perché una adesione
consapevole alla prassi vaccinale - all'interno
di una cornice autenticamente corrispondente ad un consenso
libero ed informato da parte
dei genitori, con
accertamenti preventivi da
effettuare prima delle vaccinazioni scelte - è da
preferirsi ad una imposizione vessatoria e ricattatrice da parte
delle Autorità.
La
profilassi vaccinale - che presenta indubbi
vantaggi se praticata con cautela e prudenza, soprattutto in caso
di reale necessità ed in determinati momenti storici,
epidemiologici e di criticità igienico-sanitaria - non è fatta
solo di luci ma anche di ombre, perché sempre di trattamento
farmacologico si tratta, e gli effetti collaterali e gli
eventi avversi sono contemplati come possibilità dalle stesse case
farmaceutiche, non solo dagli organi di vigilanza come l'AIFA.
La
Germania - Paese europeo dove l'obbligatorietà della
vaccinoprofilassi è assente (nonostante riceva da anni migliaia
e migliaia di migranti ogni anno, da Paesi africani, asiatici e
mediorientali), essendo le vaccinazioni solo raccomandate e non
obbligatorie in territorio teutonico, così come nella vicina Austria
- possiede una normativa di legge di indennizzo per danni da
vaccino sin dagli anni'60 del secolo scorso, ed è stata fra i
primi Paesi ad introdurla nel Vecchio Continente.
Noi
abbiamo dovuto attendere il 1992 con la Legge nr. 210 e s.m.i
(Legge nr. 229/2005), per dare dignità e riconoscimento alle
tante vittime di danni da vaccino precedenti alla sua introduzione.
Non crediamo che una persona onesta intellettualmente e rispettosa
dello Stato di diritto, potrebbe candidamente negare l'esistenza
delle reazioni avverse, dei danneggiati da vaccino e della relativa
normativa vigente a tutela di essi.
Grazie per la Sua
attenzione.
Luca
Scantamburlo, Gianluca Musumeci, Mauro Ottogalli
30
giugno 2017, genitori del Friuli
Venezia Giulia e del Veneto
Lettera
aperta in riferimento
all'articolo:
“Caro
Zaia, ci ripensi: i vaccini obbligatori salveranno mia figlia”,
La lettera di un papà al governatore del
Veneto: "La sua vita è legata al fatto che gli altri siano
immunizzati", di
ENRICO FERRO, la
Repubblica, 28
giugno 2017