Recentemente un mio carissimo Amico di nome Gianpaolo Riccardi, che diversi anni fa, quando andammo a trovarlo, ospitò me e la mia famiglia nella sua casa di Petrella Guidi (un piccolo borgo che si trova in Romagna, su un fianco della val Marecchia), ha vissuto un momento che nessuno vorrebbe vivere: dopo aver dato in affitto la propria casa, si è ritrovato - dopo alcuni anni di pagamenti regolari - una inquilina morosa e successivamente - costretto a intimare lo sfratto per morosità tramite vie legali - si è reso conto che la inquilina aveva messo a soqquadro l'immobile, con sottrazione di beni (quadri ecc..) e distruzione di stipiti e porte.
La cosa surreale è che il danneggiamento al legno degli ingressi delle stanze ed alle porte e ai pavimenti, è stato verosimilmente causato da decine di cani che la inquilina faceva entrare e soggiornare nella casa, cani che lei accudiva. Coinvolgere ufficiali giudiziari che notifichino atti e giudici che convalidino uno sfratto ed - eventualmente - arrivare addirittura a un atto di precetto e a uno sgombero coatto con ufficiale giudiziario, non è cosa da auspicarsi ma a volte è l'unica strada percorribile. Ma quando a seguito di una notifica di sfratto o dopo un eventuale precetto e sgombero forzato, il proprietario di un immobile (locatore) scopre che la sua casa è stata ridotta in condizioni pietose dal locatario (l'inquilino che paga o dovrebbe pagare l'affitto), l'amarezza - che subentra a un momento di rabbia e sgomento - è tanta.
Al di là di carte e contratti e reciproci obblighi, fra le persone sempre dovrebbe valere il rispetto, la fiducia reciproca che vincola a un mantenere con cura ciò che gli altri ci affidano e di cui sono proprietari, a prescindere dal fatto che si corrisponda un canone, la qual cosa non ci autorizza a fare ciò che vogliamo.
Personalmente, sono stato in affitto da solo circa quattro anni in due case diverse, e in una occasione mi capitò che - praticati dei fori nelle pareti per appendere ganci per mobili - giustamente, risoluto il contratto per disdetta, la proprietaria trattenne la cauzione (deposito) di due mensilità da me versata, con cui pagò un muratore che stuccò e tinteggiò le parti. Ma nelle case in cui ho vissuto in affitto, ho sempre cercato di lasciarle in ordine e con un valore aggiunto: un frigorifero nuovo in luogo di quello vecchio danneggiato, un letto nuovo ove la camera era sprovvista, ecc.. segnalando eventuali piccoli problemi o piccoli danni, pregressi o accaduti durante la mia permanenza.
Cosa sia accaduto nella testa di questa inquilina che ha ridotto la casa del mio amico a un letamaio maleodorante, resta un mistero: come sia possibile che una persona responsabile e capace di agire consenta a decine e decine di cani di sostare o dormire fra le mura di una casa con i pavimenti in legno, defecando liberamente e mordendo le suppellettili?
Il proprietario di questa casa che sorge in questo incantevole borgo medievale fortificato di Sant'Agata Feltria, chiamato Petrella Guidi, ama i cani e aveva affittato in fiducia il suo immobile a questa signora: il canone di affitto comprendeva, oltre alla casa, tre ettari di terreno, un capannone enorme, recinti, box esterni, doppio garage. Che motivo vi era per lasciare che i suoi cani vivessero liberi dentro la casa, viste le ampie strutture e terreni recintati e coperti a loro disposizione?
Oltre a distruggere le porte e gli stipiti con le unghie e i denti, i cani - essendo cani - hanno liberamente defecato e urinato ovunque, non avendo avuto una disciplina e delle regole chiare da parte della loro padrona e inquilina. Le circostanze di rovina interna dell'immobile, sono doppiamente amare proprio in ragione degli ampi spazi che hanno avuto a disposizione questi animali, ma che la proprietaria non ha utilizzato per loro, accogliendogli in casa.
Non ha pensato alle conseguenze? L'unica spiegazione plausibile è che non stesse bene: ma anche ammettendo che non fosse pienamente lucida, possibile che un briciolo di buon senso non si sia fatto strada in lei? Non ha pensato al dolore del proprietario nello scoprire la devastazione procurata alla casa, e alle conseguenze civili ed eventualmente anche penali che una simile sua condotta avrebbe potuto e può integrare e di cui lei dovrà rispondere in sede civile o forse non solo in quella?
Nei rapporti civili vale quanto stabilisce il Codice Civile in merito ad adempiere le proprie obbligazioni e agli obblighi in capo al conduttore di un immobile dato in affitto dal locatore, con la cosiddetta diligenza del buon padre di famiglia - ex artt. 1176-1587 Codice Civile- ovvero nell'avere cura e custodia, "(...) il conduttore deve: 1) prendere in consegna la cosa e osservare la diligenza del buon padre di famiglia [1176] nel servirsene per l'uso determinato nel contratto o per l'uso che può altrimenti presumersi dalle circostanze 2) dare il corrispettivo nei termini convenuti [820 comma 3, 1282 comma 2, 2764, 2948 n. 2].
Questo per quanto concerne l'aspetto giuridico, normativo. E per quanto concerne il rapporto morale e personale fra gli individui? Il rispetto fra le persone dovrebbe sempre essere la base e il terreno ove misurarsi: se viene meno il rispetto e la chiarezza, anche quando ci si confronta con punti di vista diversi, viene meno tutto. Può esservi divergenza di opinioni fra le persone, ma il rispetto è una condizione imprescindibile. Caduto il rispetto, non coltivato né insegnato, le persone cadono a un livello animale, o forse ad un livello più basso di quello animale, perché gli animali fra loro sono sempre sinceri e diretti.
Quando un uomo o una donna si sente ingannato, e si accorge che la sua fiducia è stata mal riposta, la delusione è tanta. Non resta che rialzarsi, fare tesoro di questa lezione di vita, e andare avanti, più accorti di prima.
Invece per quanto concerne chi ha sbagliato in malafede, prima o poi - se non giuridicamente in questa vita - avrà un debito che salderà energeticamente in questa vita o in una successiva a questa, perché non vi è scampo all'ordine delle cose che regna nel creato, anche se a volte abbiamo l'impressione che il crimine paghi e che chi arreca torti non avrà da pagare o qualcuno a cui rendere conto.
Non è così, anche se la Giustizia non positiva, quella che si misura lungo i secoli e che è trascendente, ha tempi e criteri e modalità a volte imperscrutabili, ma ha una sua futura corrispondenza anche materiale e fisica.
Fatti forza, un abbraccio, Gianpaolo.
il tuo amico
Luca Scantamburlo
30 maggio 2024